IL PADRE NOSTRO

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Gesù stesso ce l'ha insegnato e ha voluto che fosse la nostra preghiera. Le parole ricordano un'antica orazione giudaica, ma il contenuto è radicalmente nuovo. Abbiamo due versioni di questa breve e semplice preghiera: quella di Matteo e quella di Luca. La seconda è più corta e contiene due domande in meno rispetto alla prima. Possiamo dire tuttavia che coincidono nella sostanza: le differenze sono dovute alla situazione diversa delle comunità a cui sono destinati i due Vangeli. La struttura del Padre nostro nel Vangelo di Matteo è la seguente:


• una invocazione

• tre domande espresse in forma desiderativa

• due domande allargate

• due invocazioni domande.

 

Per comprendere tutta la novità del Padre nostro è necessario tenere ben presente che la venuta del Cristo ha segnato un cambiamen to radicale e definitivo: siamo ormai perdonati, salvati e liberati. La comunità cristiana chiede a Dio la manifestazione piena di ciò che ha già ricevuto. Il Padre nostro è una preghiera " specificamente" cristiana.


Padre nostro:

Difficilmente un giudeo avrebbe osato rivolgersi a Dio con una parola così familiare e affettuosa. Il testo aramaico dice "Abbà". Noi oggi diremmo: "Papà": è la prima parola che imparano a dire i bambini. Gesù non solo l'ha usata personalmente, ma ha voluto che i discepoli se ne servissero nella loro preghiera. Stupiti per un dono così grande, i cristiani osano ripetere questa parola in oni celebrazione dell'eucaristia e tutte le volte che recitano la preghiera che Gesù ha insegnato loro. "Nostro" vuol dire di tutti. Sarebbe da ipocriti chiamare "Padre" Dio e non vivere come fratelli.


Che sei nei cieli:

Queste parole non significano che Dio si trovi in un determinato luogo. Matteo dice spesso: " il Padre del cielo", " il regno dei cieli", riferendosi sempre a Dio. Sappiamo che i giudei non pronunciavano mai il nome di JHWH e lo sostituivano con un'altra espres sione. Qui si vuole sottolineare la potenza sovrana di Dio.


Sia santificato il tuo nome:

Il nome di Dio è pienamente santo; di conseguenza non può essere santificato. Questa domanda deve es sere intesa come l'espressione di un immenso desiderio: che Dio glorifichi se stesso realiz zando la sua opera di salvezza. Questa doman da può esprimere anche il desiderio che la gloria di Dio si riveli a tutti gli uomini e non rimanga nascosta. Noi cristiani abbiamo una grande responsabilità, perché la santità del nome di Dio deve essere riconosciuta attraverso la vita di coloro che si dichiarano suoi discepoli. Ripetendo il Padre nostro, esprimia mo la nostra aspirazione a veder risplendere il nome di Dio. Affermiamo con insistenza il desiderio che Dio realizzi il suo disegno di salvezza e che la sua santità sia proclamata dovunque.


Venga il tuo regno:

I giudei attendono la rivelazione del regno di Dio alla fine dei tempi. I cristiani sanno che, con Gesù, il regno è già venuto, è già una realtà. Con questa domanda esprimiamo il desiderio di veder crescere tale realtà e di vederla raggiungere da tutti gli uomini. La piena realizzazione del regno rimane comunque l'elemento centrale della richiesta.


Sia fatta la tua volontà:

Così ha pregato Gesù nel Getsemani, e così continua a pregare oggi la chiesa, seguendo l'insegnamento del Signore. Non si tratta di una rassegnazione impotente
di fronte a ciò che Dio vuole o permette, ma dell'espressione fiduciosa di un ardente de siderio: che Dio realizzi la sua volontà, cioè il suo piano di salvezza. Lui solo può farlo. E noi dobbiamo collaborare con lui.


Come in cielo così in terra:

Questa domanda esprime il desiderio che la volontà di Dio si realizzi sulla terra con la stessa totalità e perfezione con cui si compie in cielo. Noi cristiani crediamo di poter vivere fin d'ora un'anticipazione di ciò che sarà la vita eterna. Risvegliamo dunque in noi il desiderio di vivere questa realtà ogni giorno più profondamente.


Dacci oggi il nostro pane quotidiano:

Questa domanda traduce il desiderio di avere ogni giorno il necessario per vivere. Si riferisce al pane materiale, ma può anche farci pensare al pane eucaristico. In questo caso, attraverso di essa chiederemmo al Signore di farci gustare già oggi, su questa terra, un'anticipazione parziale di ciò che sarà la pienezza della nostra vita nel regno. Ma in nessun caso si tratta di chiedere una sicurezza per il futuro, cosa che andrebbe contro a ciò che il Signore stesso ci insegna nel discorso della montagna.


Rimetti a noi i nostri debiti:

Soltanto Dio può perdonare i peccati. Il cristiano lo sa e per questo chiede il perdono, cominciando col riconoscersi peccatore.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
Con queste parole non si cerca di "comprare" il perdono di Dio, ma semplicemente si dimostra, attraverso il proprio atteggiamento di perdono nei confronti del prossimo, che si desidera riceverlo. E riceverlo oggi, su questa terra, senza aspettare il giorno del giudizio. Incapaci di meritare il perdono di Dio, glielo chiediamo. E mettiamo davanti al Signore il nostro impegno a perdonare a nostra volta, a essere uomini di riconciliazione, cominciando da coloro che ci offendono. Il Padre nostro non è una preghiera facile, se la diciamo con sincerità. È un autentico impegno.


Non ci indurre in tentazione:

Non è possibile non avere tentazioni. Prima o poi ci si scontra sicuramente con esse. La tentazione in cui chiediamo a Dio di non lasciarci cadere riassume tutte le altre. È terribile, perché attacca la fede alle sue radici, dando al cristiano la sensazione che Dio non si occupi del mondo e non ami gli uomini. Certe situazioni di sofferenza e di ingiustizia disegnano un volto di Dio così distante e alterato, che il credente sente vacillare la sua fede. Per questo Gesù ci spinge a chiedere a Dio di essere preservati dal cadere in una tentazione le cui uniche vie d'uscita sono la fiducia totale o la ribellione blasfema.


Ma liberaci dal male:

Altre traduzioni dicono:" dal maligno". La presentazione del male come un essere( satana) che tenta l'uomo non fa che sottolineare la forza della tentazione. Questa domanda è sostanzialmente molto simile alla precedente.
Il Padre nostro è dunque la preghiera che i figli rivolgono insieme al Padre. Gesù ha messo in evidenza questo aspetto comunitario nella formulazione stessa della preghiera:" nostro"; "dacci oggi", "rimetti a noi", " non ci indurre"; "liberaci". L'uso ripetuto del plurale ci ricorda che si tratta di una preghiera comunitaria, anche quando la diciamo da soli. Con essa chiediamo che la salvezza di Dio, già realizzata per mezzo di Gesù Cristo e in lui, cominci a dare frutto in noi e cresca fino al giorno della sua piena realizzazione.


E.J.H.

 

 

 

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